Saturday, July 12, 2008

Wire & the Pistols


Ieri sera, a un anno esatto dal memorabile concerto dei Daft Punk, son tornato al Traffic festival di Torino attirato stavolta dai Wire, tra i miei all time favourites, uno dei pochi gruppi della mia formazione musicale che ancora mi premeva veder dal vivo. Traditi da un’aperitivo in centro, arriviamo tardi alla Pellerina, mi sembra di sentirli già suonare e facciamo un bel pezzo di corsa per raggiunger in fretta la zona palco. Sì, sono loro, riconosco “The Agfers of Kodack”. Ha appena diluviato, umidità 100% e fango ovunque, perfetto mood punk. Le mie scarpette bianche sprofondano subito nel liquame marrone. Cristonando a go go dribbliamo gente e ci guadagniamo un precarissimo posto in bilico su un muretto. A un centinaio di metri davanti a me Colin Newman canta tutto in nero con occhialini a mezz’asta, dimesso e un po’ abbattuto, della grinta che sprizza dai dischi non ha nulla, sembra un odontotecnico di Pinerolo in odore di pensione. Il loro art punk laterale scivola ruvido, elegante e preciso sulla folla che poco li caga, troppo intellettuali e distanti dalla massa come sempre. Niente orpelli modaioli, solo rigore sonoro. La loro forza e la loro sfiga. Fatico a entrar in sintonia con l’atmosfera, m’accendo solo per “The 15th” che almeno son riuscito a beccarmi. Un paio di pezzi dopo han già finito. Niente bis. Io e il mio amico Emi ci guardiamo un po’ amminchioluti. Spero di consolarmi col nuovo album appena uscito. Qui potete comunque vedere un'estratto dello show.


E dopo 20 minuti buoni di cambio palco, i Sex Pistols. Di loro, io che ho sempre tifato Clash, non me n’è mai fregato nulla, e alle peripezie e sputi di Johnny Rotten ho sempre preferito le successive produzioni fatte col suo vero nome, John Lydon. Ma ormai siamo qui, almeno vediamolo. Battute a parte sul loro senso nel 2008, i suoi versi e il celebre sguardo obliquo alterato dalla meningite riescono a tirarmi un po’ su. Lui merita sempre, still crazy after all these years, gli altri gli fan da decente cornice, a parte Steve Jones veramente ridicolo in panza e bermuda. Un Jimmy il Fenomeno con chitarra, presente? Dopo un po’ di pezzi, ce ne andiamo mentre Johnny inizia a pregare Allah. Il fango nelle scarpe alla fine ha vinto. Qui trovate il pezzo d'inizio, tra l'altro ripreso più o meno da dove ero io.

Serata non memorabile, ma intanto oggi sto riscoltando a palla Johnny cantar con i suoi Public Image Limited. E stasera a pochi metri da casa mia m'aspetta Elio, ma questa è un'altra storia. Tesa, ovviamente.

7 comments:

puckilnano said...

cazzo, dovevo esserci anche io per i Sex Pistols, ma poi è saltato tutto!
comunque...sono stato con la mia bella alla mostra sui Beatles all'Oberdan di Milano. tra i vari rifacimenti di Sergent Pepper's, oltre a quello zappiano, c'era anche la tua copertina!
a presto, Ponk
ivan

Anonymous said...

Gaudio e tripudio, qualsiasi accostamento col baffo e mosca non può che rendermi galvanized.

E il Peroni ha poi accettato?
Aggiornami in privè

Anonymous said...

Ciao!
Caspita anch'io volevo andare al Traffic Free Festval, ma ho oprato per un w.e. fuori città. Dal tuo racconto mi sa che mi sono persa un bel po' di cose.
Ah dimenticavo: complimenti per l'edizione a stelle e a strisce del fumetto... troppo international.

AnonyMAS

Anonymous said...

Graz, nel post sotto ho aggiunto un link video, se vuoi sbirciare...

Anonymous said...

Se il link cui ti riferisci è quello che parte dal "Qui"... avevo già sbirciato. C'è solo un piccolo problemino: nella mia postazione a lavoro non ho le casse!
Che tristezza!

AnonyMAS

Anonymous said...

Don't cry, il video è muto...

Anonymous said...

...penso che allora ti possa interessare che ho fatto uscire un disco dove ci suona anche Graham Lewis :)
si tratta si un progetto di un gruppo di napoli che si chiama "Illàchime Quartet"
qui trovi tutte le info del caso: www.fratto9.com

gianmaria
a presto