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Thursday, July 15, 2021

Gli Uomini della Settimana volume 1

 

Dopo l'assaggio del primo capitolo nell'albo del Free Comic Book Day lo scorso dicembre, ecco il primo volume con il secondo e terzo capitolo degli Uomini della Settimana. In libreria, fumetteria e online per Panini Comics. 

Per saperne di più, ecco il booktrailer, la presentazione ufficiale e un'attenta recensione.

 





Wednesday, October 21, 2020

The Teds

 


 
Un sogno diventato realtà: collaborare con The Residents.
 
Per il secondo doppio numero di Čapek magazine, la misteriosa band californiana ha concesso in esclusiva una sceneggiatura per un progetto con David Lynch poi mai realizzato. Solo quattro brani vennero incisi e pubblicati come possibile colonna sonora. Ora l'ho trasformato in un fumetto di sette tavole, di cui sopra le prime tre.
 
Grazie infinite a Homer Flynn, portavoce della band e presidente di The Cryptic Corporation. Qui un'intervista sul mio adattamento e i miei debiti artistici con i Residenti.
 

Thursday, November 02, 2017

Mercuriabilia a Lucca

 

Per recuperare due anni di assenza, torno a Lucca con impegno doppio.
Ci sarò domani, sabato e domenica, non solo obliquo ma anche ubiquo a promuovere il n.6 di Mercurio Loi (Sergio Bonelli Editore) e Memorabilia (Oblomov Edizioni), i miei due ultimi lavori. Li segnalerò a dovere appena tornato dal festival.

Intanto, questi i miei impegni per MERCURIO LOI

VENERDÌ 3
- 15:30/16:30 e 18:00/19:00, firma copie con Alessandro Bilotta nel padiglione Bonelli in piazza Antelminelli.

SABATO 4
- 10:00/11:00, incontro “A passeggio per Roma e per Lucca con il professor Mercurio Loi” con Alessandro Bilotta e Luca Raffaelli, stand Robinson/La Repubblica al castello di Porta San Pietro.
- 11:00/12:00 e 19:00/20:00, firma copie con Alessandro Bilotta nel padiglione Bonelli in piazza Antelminelli.

DOMENICA 5
- 11:00/12:00, presenzierò con altri membri dello staff all'incontro dedicato a Mercurio Loi dal titolo "Tra intrighi, misteri e folli macchinazioni”, con Alessandro Bilotta e Michele Masiero, nella Chiesa di piazza San Giovanni.
- 14:30/15:30, firma copie nel padiglione Bonelli in piazza Antelminelli.

Per tutto il tempo rimanente sarò invece a dedicare Memorabilia allo stand Oblomov Edizioni.

Grazie a tutti.

Wednesday, May 03, 2017

Aspettando Mercurio Loi


Dopo il lavoro su Jonathan Steele a inizio anni 2000, torno a collaborare con Sergio Bonelli Editore su Mercurio Loi, personaggio creato da Alessandro Bilotta protagonista di una nuova serie mensile a colori che esordirà il 23 maggio. 

Nell'attesa potete saperne di più in edicola e fumetteria sul nuovo numero di Fumo di China, con una mia copertina e una doppia intervista a me e a Bilotta. 

Grazie a Filippo Conte per la bella chiacchierata.

Wednesday, October 21, 2015

Happy Birthday Spirit!


The Spirit di Will Eisner compie 75 anni.
Per l'occasione Lo Spazio Bianco ha curato uno speciale celebrativo chiedendomi un omaggio, cioè invitandomi praticamente a nozze, visto il mio amore per il lavoro di Eisner. L'illustrazione è anche la tavola conclusiva di una mia storia breve su di lui, come potete leggere meglio nell'intervista QUI.

Sunday, July 06, 2014

DKW in USA and live in London


"This Sergio Ponchione tribute to those three great American mainstream comic book masters is the comic I'm most dying to see, and all by itself would get me to the comic book store this week where it would be on top of my pile. Interesting cartoonist, interesting approach, ideal format." 
Tom Spurgeon - Comics Reporter

"Get your hands on this if you can find it, because it’s a win-win: if you’ve never or rarely heard these names, you’ll learn something valuable. If you’ve loved these creators’ work your entire life, then you’ll find a lot to love here. Excellent book. 10/10"
Chris Clow - GeekNation

"A touching and engaging experiment that makes great use of surrealism and metafiction. If you like your comics a little trippy and your tributes a little complex -- or if you're a fan of Ponchione -- you should definitely check it out." 
Marykate Jasper - Comic Book Resources

"It's a gorgeously-illustrated exploration to these brilliant cartoonists, drawn in a style that evokes the astounding art that these three men created." 
Jason Sacks - Comics Bulletin

"A must read for every comics fan." 
Bob Bretall - ComicSpectrum

Dal 2 luglio DKW - Ditko Kirby Wood è disponibile anche in tutte le fumetterie (non solo) americane, grazie a Fantagraphics Books. Blake Bell, uno dei maggiori conoscitori dell'arte di Steve Ditko e curatore della serie di volumi The Steve Ditko Archives che raccolgono i suoi lavori, ha provveduto a scrivere una nuova introduzione per l'occasione. L'albo è stato segnalato fra le uscite d'oltreoceano più interessanti della settimana e ha già ricevuto ottime recensioni come sopra.
Vi ricordo che potete sempre trovare alcune tavole dell'albo qui e un paio di interviste sulla sua genesi apparse su Fumettologica e Lo Spazio Bianco.

Ma c'è di più. La settimana prossima avrò occasione di presentare DKW a Londra da Gosh! Comics, prestigioso comic shop nel cuore della città. Sperando che il mio inglese sia a livello, parlerò dell'albo all'interno di Process, workshop/gruppo di discussione che si tiene mensilmente in negozio. Seguiranno dediche e disegni sull'albo.
So save the date:




See you there!

Tuesday, May 13, 2014

Autore racconta Autore: Wally Wood


Per il ciclo Crossover a cura dell'Accademia di Belle Arti di Bologna,
Autore racconta Autore: la parabola artistica e umana di Wally Wood, il grande artista americano che con Jack Kirby e Steve Ditko ha definito l'immaginario del comic book degli anni Sessanta, come ben sa chi ha letto il mio DKW
Ne parlerò insieme ad Otto Gabos.
Giovedì 15 maggio ore 17 Sala Arcangeli, Pinacoteca di Bologna, Via Belle Arti 54. 
L'incontro è aperto a tutti. Vi aspettiamo.

Friday, December 13, 2013

Dicembrinus

Un paio di nuove illustrazioni sull'ultimo Linus dell'anno.


Ormai orfano delle sue due pagine, il Prof. Hackensack tiene duro nella rubrica di Pietro Greco, dove cerca di stabilire l'esatta origine del discusso cranio n.5 di Dmanisi, che potrebbe aprire nuovi scenari per la storia dell'evoluzione umana.

 

A fine albo Marco Pastonesi ci racconta Maci, al secolo Mario Battaglini, l'incarnazione del rugby pane e salame, che divorava western e ascoltava Buscaglione.
Tra i due, anche una recensione di DKW di Michele R. Serra, che ringrazio.
 

E a proposito di DKW, per inizio anno prossimo sto organizzando qualche incontro di presentazione in giro, ma soprattutto verrà anche tradotto e pubblicato negli Stati Uniti da Fantagraphics Books, come fatto già in passato con Grotesque. Di questo e altro parlo nell'intervista fattami da Fumettologica che trovate QUI.


Stay tuned for more!

Tuesday, October 29, 2013

Ponchionate lucchesi

Ricco menu quest'anno a Lucca Comics...

 

D K W - Ditko Kirby Wood
 36 pagg. a colori, spillato, cm 19x26
prodotto da
MoltiMedia - Comma 22
 Introduzione di Daniele Brolli

"Tre pietre miliari del fumetto americano, quella del cocreatore di Spiderman Steve Ditko, del disegnatore di Fantastic Four e di tanti altri eroi Jack Kirby e dell’incontenibile e poliedrico Wally Wood raccontate in un’unica storia visionaria.  Sergio Ponchione cerca di riprendere il nocciolo significativo di questi tre grandi fumettisti e di riproporcelo in una breve e intensissima carrellata attraverso una narrazione coraggiosa fin quasi alla spregiudicatezza. Cosa sta facendo in segreto l’ottantacinquenne Ditko nel suo studio? Dov’è finita la salma di Kirby dopo a morte? Perchè si è suicidato Wood? Domande a cui troverete risposta in questo breve e intensissimo fumetto..."

QUI trovate un anteprima delle tavole e un'intervista a cura de Lo Spazio Bianco.

L'albo sarà anche venduto insieme a un'esclusiva t-shirt con il disegno qui sotto...
Lo so che avete i cassetti pieni di magliette, ma potrete mai fare a meno di questa? Kirbyani di tutto il mondo UNITEVI!


KEPHER preview
40 pagg. in b/n, spillato, cm 16x21
Allagalla editore

Un'anteprima del futuro volumone che conterrà la serie completa scritta da Roberto Cardinale e Stefano Nocilli uscita solo in parte in edicola lo scorso anno, di cui ho realizzato il capitolo conclusivo ancora inedito. Oltre alla mia copertina, il suo making of, estratti da tutti gli episodi e una stampa in formato A4 della cover allegata in vendita.

  
Sempre realizzata da Allagalla, una stampa in tiratura limitata formato A3 di una tavola uscita l'anno scorso in un'antologia francese su Popeye. Ora in italiano e appositamente modificata per poterla dedicare con disegnino in basso a sinistra a voi che la comprerete, vero?


Dove trovare tutto 'sto ben di Dio? 
Agli stand E107 di Comma 22 e E142 di Allagalla in Piazza Napoleone, dove troverete anche me ubiquo per dediche oblique da venerdì 1 nov. fino a fine fiera domenica 3 nov.

Sabato 2 nov. alle 15.30 insieme a Paolo Valietti, Paolo Ubiali e Andrea Plazzi presenterò anche COMICS FOR ENGINEERS live all'interno della rassegna Comics&Science. Copie omaggio dell'albo per i partecipanti! 
Intanto rinfrescatevi la memoria qui

Thanks and see ya there!

Friday, November 11, 2011

TG ponk

Buonasera a tutti.
Finito il minitour autunnale, con ancora un incontro alla Scuola Holden di Torino la prossima settimana (ma solo per gli iscritti), ecco le ultime notizie mentre me ne torno fisso al tavolo da disegno.

Novembre fra le scimmie per il Prof. Hackensack, prima nel cuore della foresta indonesiana alla ricerca del misterioso orango Pendek...


...e poi nell'illustrazione dell'articolo di Pietro Greco sugli esperimenti di Giacomo Rizzolatti sui "neuroni specchio"

Lo trovate su Linus di novembre, dove Bruno Contigiani ci racconta anche dell'antico metodo buddista di meditazione Vipassana, che prevede il silenzio assoluto per giorni. Figuriamoci rispondere al cellulare.







Per il nuono anno sto preparando le illustrazioni per il calendario da tavolo della fattoria digitale Moltimedia.
Da una mia storiella apparsa qualche mese fa proprio su Linus, un giornalaio a portata di mano per tutti i posti, le epoche, i mesi e le stagioni. Prossimamente su questi schermi.



Per chi non c'era a Lucca ecco un bignamone video della presentazione di PUCK COMIC PARTY!



Per chi non c'era invece a La Spezia, qui trovate le immagini della presentazione e mostra dell'albo Verso la Terra Promessa. Grazie a tutti i presenti e all'organizzazione.


Per ora è tutto, ma stay tuned per l'edizione straordinaria dedicata alle nuove guide ZERO 2012, very soon.

Sunday, January 09, 2011

L'edicola senza tempo


Tornate per un'attimo ragazzini e fate un salto alla vostra vecchia edicola a sbirciare se è uscito il nuovo numero del vostro fumetto preferito...
Come? È uscito?! Eh eh, vi sento gioire fin da qui.
Per chi l'ha provata, ecco un'omaggino vintage a quell'incontenibile e spensierata emozione che vi coglieva quando ciò succedeva. Rimanete ancora ragazzini e preparatevi a un posto dove non ci sono solo le ultime novità ma proprio quell'albo che cercavate da sempre.

Se amate i fumetti non ditemi di non aver mai sognato un posto così. Bene, tornate a gioire, cresciutelli e nostalgici mangiacarta: quel posto C'È.
E lo trovate in tre pagine su Linus di gennaio.
Correte in edicola a cercare l'edicola!

Sempre su Linus, nella sua rubrica Dario Buzzolan prova a telefonare a Samuel Beckett per proporgli un'idea su cui lavorare...




Invece fuori da Linus, due segnalazie nell'internèt.

Sul sito musicale Retrophobic trovate un'intervista su come i miei gusti sonori si sposino con le mie gesta grafiche, fattami dal suo simpatico curatore Fabio Pasquarelli, che qui saluto e ringrazio.

Essendo ovunque, da qualche tempo l'Obliquomo bazzica pure su facebook. Io ne rimango alla larga e lo lascio fare sotto l'occhio tutore della mia adepta Elena, che ne seguirà le gesta. Se passate di a salutarlo ne sarà contento...

Wednesday, June 24, 2009

Nothing can stop Puck!

Il nano continua far parlare di sè in giro.

Su Radio 2 in una puntata di Dispenser di qualche settiamana fa, condotta da Federico Bernocchi e Costantino Della Gherardesca.
Nel n. 171 di Fumo di China in un intervista al suo manager Manuppelli, che trovate integralmente qui

e segnalato da Emiliano Rabuiti pure sul n.68 di Scuola di Fumetto.

Ne avrà mai abbastanza?

Tuesday, May 19, 2009

Ponchionaggini

Una recensione del primo numero di PUCK! del sempre generoso Michele R. Serra uscita sul n.4 di Vice Magazine


Un estratto video del mio sproloquio su Impronte Maltesi a Cremona domenica scorsa. Qualcuno mi fermi. Ma soprattutto fermate la mia fronte, sempre più enorme.
Molte grazie ad Andrea Cisi e ai ragazzi del Centro Musica/Cantiere Sonoro di Cremona che hanno organizzato l'incontro.

Commissionato da un amico intrippatissimo del settore, il mio primo approccio all'arte del pimpaggio delle card da gioco, di cui nulla sapevo, ma che il mio portafoglio ha trovato piuttosto interessante.


Prossimamente altri pimpaggi. Ora giusto il tempo di finire una contributo per il prossimo numero di Lamette dedicato al rock e poi via per qualche giorno di vacanza a Berlino. Auf wiedersehen.

Friday, March 27, 2009

PUCK! trailer + intervista col suo manager!


Siete pronti a cavarvi gli occhi?
Fatelo con l'official PUCK! magazine video spot.
Animazioni di Marco Falatti
Regia di Ivan Manuppelli

E se dopo riuscite ancora a leggere... Dopo l'intervista di Ivan a me, qui sotto io intervisto lui. Enjoy!

Caro Ivan...
comodo comodo, i baciamano solo in privè, qui ci leggono tutti, ecchèddiamine. Allora, questo PUCK! di cui ormai straparli da anni. Perchè ha soppiantato The Artist? Cos'ha in più?
“The Artist” non è morto, come recita quella copertina che conosci bene. Abbiamo fatto come le ditte fallimentari, che vanno in bancarotta e cambiano nome per continuare l’attività. Perché il nome “Puck!”, a differenza di “The Artist”, suona un po’ come un pugno nello stomaco. E questa cosa mi piace. Anche se molti mi hanno fatto notare che una rivista satirica chiamata Puck esisteva già, in Inghilterra e alla fine dell’Ottocento. Ma se per questo ho scoperto che c’era già anche una rivista chiamata The Artist, ed era tutta italiana e diretta da Graziano Origa.
La formula anarchica di un gruppo di autori che non c’entrano niente l’uno con l’altro, ma sono legati tra loro da insane e viscerali attitudini al fumetto, è rimasta tale e quale al passato. Ed è questa la vera forza della rivista: il Gruppo. Purtroppo un’annata crudele ci ha privato di due delle collaborazioni più preziose, Osvaldo Cavandoli e il pittore Filippo Auti, ma tanti altri si sono aggiunti di recente: Zograf, Palumbo, Jay Kinney, Sandro Dossi, Bob Burden, e l’argentino Gustavo Kortsarz. Solo che The Artist, a tutti gli effetti, parte dal numero 4. Tutti gli altri numeri che sono venuti prima, e che hanno anche delle buone cose, risentono troppo dell’ingenuità del periodo. Era partita come una rivista liceale, per adescare le amiche e vincere la paranoia della vita in periferia. Quei numeri sono serviti come rodaggio, ora ci voleva qualcosa di nuovo. E tutta quella materia grigia accumulata si è reincarnata in un nuovo progetto: Puck!

Perchè dovrebbero mai darti retta e comprarlo?
Sii convincente che c'è crisi, plìs.

Lo sai. A Bilbolbul ci siamo inventati ogni diabolico stratagemma per convincere il pubblico ad acquistare “Puck!”. Persino adescare i bambini e convincerli a farsi comprare la rivista dai genitori. L’hai visto coi tuoi occhi, no? Neanche i preti quando costringevano i fedeli a votare Democrazia Cristiana! Davvero deplorevole. Tu non l’hai notato, perché eri intento a disegnare le dediche…ma abbiamo così toccato il fondo, in quel momento, che le copie di “Puck!” hanno iniziato a piangere. Altro che Fatima.

Ma questo nano cialtrone con le ali da pipistrello e la sua ciurma di svitati, come sono nati?
Puck il Nano è nato come anfitrione della rivista The Artist. L’ho creato apposta per questa rivista, perché mi piace l’idea di un presentatore della mutua a cui i lettori possano affezionarsi. E a cui io potessi scaricare tutte le colpe di un eventuale fallimento editoriale. E credo che Puck sia debitore di una lunga serie di personaggi poco raccomandabili: lo Zio Tibia, il Numero Uno del Gruppo TNT, Alfred E. Newman di Mad Magazine, Mr. Snoid di Robert Crumb.
Il resto della cricca, quelli che hai disegnato anche tu per lo speciale “Tutto quello che avreste voluto sapere su The Artist e non avete mai osato chiedere”, sono tutti personaggi che sono stati creati dal nucleo organico di The Artist e che hanno anche una vita editoriale autonoma. Il Coboldo è un’invenzione di Igor Mangano, che ora fa il rapper e non disegna più fumetti neanche se lo paghi a peso d’oro. Però ci ha lasciato in eredità la sua immonda creatura. E noi cerchiamo di nutrirla, di tanto in tanto, con storie nuove. Dirty Bastard, la testa mozzata che tutto subisce, è un’invenzione di Emanuele Fossati. Ema mi aiuta a mandare avanti tutta la baracca fin da quando avevamo 15 anni. Jack della serie Groove, invece, è il mio personaggio a cui sono più affezionato. È da un po’ di anni che ci sbronziamo assieme e raccontiamo le avventure galanti. Farlo entrare nel gruppo è stato divertente.

Almeno tre buoni motivi perchè una ragazza dovrebbe sceglier te invece che Jack il playboy. (Da non far leggere alla TUA ragazza).
Quando una ragazza mi molla, il mio cuore va in pappa. Una ragazza può provare soddisfazioni con questo genere di cose, soprattutto le compagne che scelgo io. Jack, al contrario, se la cava versando qualche goccia di inchiostro. E poi la paranoia gli passa subito.

Andando alle origini, ci interesserebbe molto sapere come e quando lo sgargiante carrozzone di The Artist si è messo in moto. Insomma i chi e i cosa, e i sogni, successi, abbattimenti e problemi che accompagnarono la rivista in tipografia e poi fra noi.
Il primo fumettista famoso che ci diede retta fu Fernando Caretta, il re del porno a fumetti. L’avevamo conosciuto per caso. Faceva il ritrattista di strada e inventò per noi il personaggio autobiografico “Nando”, che trovate praticamente pubblicato su ogni numero.
The Artist nacque come molte altre riviste di fumetti indipendenti: per pubblicare le proprie cose. Eravamo giovanissimi, disegnavamo davvero male, e l’unico modo per cominciare era quello di diventare gli editori di se stessi. Ora siamo un po’ più vecchi, abbiamo fatto qualche lezione di anatomia, ma siamo sempre gli editori di noi stessi. Però, in compenso, si sono aggiunti alla baracca quasi altri sessanta autori. E non è male.
Nel corso degli anni ci sono stati tre tentativi di “compromesso storico”: tre persone che hanno provato a comprare una parte della nostra rivista. E a darci una mano, anche economica, nella realizzazione del progetto. E per una infinita serie di motivazioni nessuna di queste tre improbabili collaborazioni è andata a buon fine. Ma forse è meglio così. Chi fa da sé fa per tre, come dice mamma.

Mi preme far notare al mondo che tu sia del 1985. Ci siamo conosciuti di persona nel sotterraneo di un castello a Pavia, Fullcomics 2006, se non sbaglio. In fondo a un corridoio c'era questo banchetto che nessuno si filava, con te e il tuo losco socio Fossati che sventolavate a vanvera copie di The Artist ammirando in realtà le fanciulle passanti, ma lasciamo stare. Fui subito colpito dal tuo entusiamo per ciò che facevi e dalla tua giovane età. Avevi solo 21 anni, ma la rivista era già al sesto numero. Me ne regalasti un pò di copie e a casa constatai come ogni nuovo numero fosse confezionato meglio del precedente. Mi colpirono i tuoi gusti, soprattutto. Completamente sfalsati rispetto alla tua anagrafe, come in buona parte è anche per me che di anni ne ho comunque dieci in più. Insomma, molte delle nostre passioni erano comuni, ma che ne può mai sapere uno sbarbo nato fra i Duran Duran di Zio Tibia, degli EC comics, del garage rock, dell'underground americano dei '60, continuavo a ripetermi? Me lo ripeto tuttora. Ma finalmente posso chiedertelo: da dove vengono queste insane passioni per i tempi che furono?
Da piccolo ho guardato una quantità incredibile di telefilm di Batman, dei Munsters e della Famiglia Addams. Li trasmettevano su delle piccole emittenti private, perché i telefilm vecchi costano poco. Credo che quelle storie, e soprattutto quelle immagini, mi abbiano segnato il cammino.
Forse sono troppo estremista, ma credo che gli anni ’80 siano stati una decade spaventosa per quanto riguarda la cultura pop. Guarda l’intrattenimento televisivo, la musica commerciale, la grafica pubblicitaria, tutto quello che ti viene continuamente propinato 24 ore su 24 anche se non vuoi, era davvero un periodo da dimenticare. I film dei Vanzina, le televisioni berlusconiane, i cartoni giapponesi, e tutta questa merda a cui ormai ci siamo assuefatti. La roba di qualità era forse troppo di nicchia, e non sempre arrivava al grande pubblico (o almeno io non me la ricordo). Prima, probabilmente, era tutto diverso. I Beatles piacevano alle ragazzine come tutti i gruppi da top of the pops. E a fare film da botteghino c’erano soprattutto Monicelli, Risi e Totò. Alla fine sono proprio le espressioni artistiche più popolari, quelle che arrivano a tutti, a caratterizzare un’epoca. E negli anni ’60 c’era della spessa sperimentazione anche nelle forme più commerciali. Quindi credo che fosse normale che un bambino degli anni ’80, con l’incubo perenne dei Duran Duran, iniziasse a cercarsi il suo paradiso virtuale altrove. Istinto di sopravvivenza.

Oltre che gran capoccia di PUCK! sei anche rampante autore completo in continua crescita. Come si prospetta il tuo futuro in tal senso? Voglio dire, continuerai a muoverti principalmente in racconti brevi fra le pagine della tua rivista o prospetti anche prove più a lungo fogliaggio, magari anche altrove?
Mi piacerebbe disegnarle, delle storie più lunghe, ma sono lento come pochi. È da un po’ di mesi però che ho in mente un progetto da proporre a qualche editore, un’antologia di microstorie surreali. Una cosa alla Bonvi, per intenderci, dove accadono avvenimenti paranormali all’interno di contesti sociali ben precisi. Gli avvenimenti più strani che nascono dalle paranoie della vita metropolitana. Di alcune di queste storie ho già abbozzato dei soggetti, e se tutto va bene inizierò a lavorarci proprio in questi giorni. E cercherò di buttarci dentro un bel po’ di humour nero, che male non fa. Te ne farò leggere qualcuno, così magari mi dai qualche dritta.
E poi disegnerò una storia sui Brutos per il nuovo numero della rivista Lamette. Ce li hai presente, i Brutos? La prima rock band demenziale. Avevano delle facce da fumetto dell’orrore. Mi sa che l’Obliquomo ci ha messo del suo, nello star system italiano degli anni ’60!

The Artist era una rivista dal deciso taglio classic underground americano, e PUCK! sembra non sarà da meno. Una direzione non facile visti le attuali attenzioni del pubblico verso un fumetto più intimista, contenuto e minimale. Come consideri e collochi l'identità di PUCK! nell'attuale scena italiana dei comics?
Puck il Nano è un anarchico parassita che odia l’umanità intera. La sua rivista è un vano tentativo di distruggere il naturale ordine delle cose, ma quasi mai ci riesce. Nell’attuale scena italiana dei comics, PUCK mantiene a denti stretti il suo posto d’onore: la giarrettiera della più giovane delle Winx (quella bionda).

Hai intenzione di ribadirla in quella direzione o nel frattempo magari miri a renderla anche più indipendente e personale rispetto all'iniziale taglio ispiratore?
Lo so dove vuoi arrivare, e hai ragione.
“Puck!”, forse, è un po’nostalgico. Anzi, senza forse. Vincenzo Sparagna ha così commentato : “Puck lo trovo ottimo, anche se forse troppo pieno di segni lontani (peraltro interessantissimi e spettacolari).” E come dargli torto? Ci sono Jay Kinney, Mickey Rat di Robert Armstrong, Bill Griffith. Praticamente il golgota della scena degli underground comix degli anni ’70. E nell’omaggio a Cavandoli figura anche Gino Gavioli, che è in effetti uno dei padri fondatori di Carosello e ha più di 80 anni. E poi ci disegnano autori attualissimi, e italiani, che pur conservando una spiccata personalità sembrano essere usciti dall’America degli anni ’50: Welcome Suckers, Maurizio Ercole, Stefano Zattera. Ma ci sono anche cose nuovissime. La tua storia di Tuxedo, ad esempio. E Palumbo, Rosenzweig, Giustizia Arbitraria, Semerano, e quel pazzo allucinato di Hunt Emerson. Anche Foolbert Sturgeon, che è considerato da molti il primo cartoonist underground della storia, ha disegnato una storia apposta apposta per questo primo numero di “PUCK!”. Mi piace prendere delle realtà diversissime tra loro, e farne un progetto editoriale unito. Non mi interessa fare un’operazione revival del fumetto underground, ma creare una rivista che abbia la stessa carica emotiva. E che non si pigli mai sul serio.
Altro che graphic novel per palati fini! I miei modelli sono Tamburini e Harvey Kurtzman, gente che sapeva colpirti alle viscere.

Immagino irriterà chi si è sorbito mesi e mesi di propaganda del numero uno di PUCK! vedendolo continuamente rimandato, ma so che hai già le mani in pasta anche nel numero due. Tempo fa mi mandasti addirittura già la copertina di Hunt Emerson, molto bella. Puoi dirci qualcosa in più sui contenuti e rassicurarci su tempi d'uscita si spera non geologici?
Ci sarà sempre una presentazione di Puck il Nano, scritta da me e disegnata da Roberto Mangosi. Mi piacciono un casino queste presentazioni alla Zio Tibia, perché Mangosi sa rendere perfettamente le atmosfere scalcinate e surreali da vaudeville dei poveri. Poi ci sarà un importante personaggio dello star system fumettistico italiano letteralmente fatto a pezzi dal suo stesso autore (ma di più non posso dire). E una novità: l’argentino Gustavo Kortsarz, con l’unica storia a fumetti che ha realizzato nella sua vita, una grottesca presa di posizione sui regimi totalitari. E che altro? Tornerà il Dottor Cifra, con una nuova storia da paura. E Firkin il Gatto di Hunt Emerson se la vedrà con Godzilla. E farà una capatina pure Flip The Bird di John Pound. E Tuxedo Jack con la sua seconda apparizione, a quanto dicono voci indiscrete. E ho anche tre nuove interviste finite, ma gli autori per ora sono top secret.
Di roba pronta ce n’è, insomma, e parecchia. Ma ora mi sto prendendo un po’ di vacanza da PUCK. E nel frattempo cerco di pagarmi il debito con il tipografo senza impazzire, cercando di diffondere il Verbo dove mi è possibile. Ci sono voluti due anni per realizzare questo numero, e una continua serie di rogne non ha fatto altro che ritardarne l’uscita.
Non appena le acque si saranno calmate, e arriverà il tempo per una seconda Annunciazione, temo che Puck il Nano tornerà a farmi visita nel sonno. E ovviamente non mi darà pace fino alla nuova uscita.
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Update 8/4/09
Il nano ghigna anche nel numero di aprile di Linus ora in edicola:

Thursday, March 05, 2009

PUCK, nell'attesa della sua venuta, presenta TUXEDO JACK!


Ed eccoci al secondo spotlight su PUCK!
Disegnato ormai un anno fa, Tuxedo Jack è finalmente qui per raccontarvi le sue assurde peripezìe. Per l'occasione, Ivan Manuppelli ha confezionato questo bel manifestino e mi ha pinzato per una breve intervista sulla sua genesi, che trovate sotto le tavole.
Intanto il numero 1 è finalmente stampato e lo troverete sabato 7 e domenica 8 nell'area dedicata alle autoproduzioni del festival Bilbolbul, a Bologna. Il sabato troverete anche me.


Ciao, Ponk...
allora, veniamo subito al nodo del pettine: chi è Tuxedo Jack?

Tuxedo Jack è un giocoso ibrido fra quel che sono e come mi diverte immaginarmi. È il rombo della marmitta che a volte sento nella mano quando disegno, è l'Alè! che mi scocca nella testa quando scalpito per domare la seducente idea sulla carta, è una carogna dal cuore tenero che da tempo pensavo m'avrebbe divertito disegnare. E altre cose.

Ho notato una certa diversità di fondo tra Tuxedo Jack e le tue altre creazioni. I tuoi personaggi, di norma, sono così surreali da assumere una loro personalità intangibile...prendi l'Obliquomo: ha un suo linguaggio, un mondo tutto suo, certe cose non gli passano neanche per l'anticamera del cervello: non ce lo vedo a sclerare perchè non arriva a fine mese, a maledire le donne, a cucinarsi due fallimentari uova al tegamino...E credo che lo stesso discorso potremmo farlo per l'Impronta, per l'esimio Professor Hackensack, e per tutte queste aggrovigliate macchiette che il tuo cervello ha partorito negli anni. In Tuxedo Jack, invece, ho intravisto qualcosa di diverso. Ho avuto l'impressione che attorno a questo personaggio tu ci potessi creare un'aurea più autobiografica, che potessi modellarlo più facilmente attorno alla tua personalità. E che la componente assurda, che si deve pur sempre sfogare, la riservassi tutta all'ambientazione fantascientifica. La domanda è: sono solo mie pippe mentali?
No, la tua attività cerebrale è corretta. Premetto che quasi ogni cosa che faccio da autore completo è in qualche modo autobiografica. Se metto qualcosa su carta, qualsiasi cosa, quasi sempre è vissuta, vista, amata, pensata, elaborata o creata nella mia mente come uno scienziato con tanti alambicchi fumanti fra le mani. E per me creare è vivere. In ogni mio lavoro parlo di me e delle mie passioni/ossessioni, dalle brevi storie di Impronte Maltesi all'Obliquomo. Piuttosto ne parlo a modo mio, indirettamente. Non da protagonista, ma da regista, da dietro le quinte, location che trovo più interessante e suggestiva. E faccio parlare e recitare per me le mie creazioni. Dissemino personali chiavi e indizi ovunque, sta al lettore trovarli e saperli decifrare, ma non voglio obbligarlo, può godere comunque della storia fregandosene di me. Ma se è incuriosito, le cose sono lì, magari solo a un altro livello di lettura. Tuxedo è in effetti un piccolo passo in un'altra direzione, più diretta e schietta, e ogni tanto il suo sigaro potrebbe esser benissimo lo stesso che pende dalla mia bocca. E poi soffre di emorroidi come me. Più autobiografico di così. Di gente che vi racconta cosa prova a esser mollata dalla morosa o davanti a un'infuocato tramonto sul mare ne trovate a file, ma quanti vi dicono veramente cosa provano quando escono dal cesso, ARF? Fesserie a parte, mi sto muovendo di più in prima persona anche su altri fronti, come nelle ultime tavole fatte per Internazionale.

Tuxedo Jack fa il corriere planetario presso la Stardelivery Inc. Qual è stata la merce più compromettente che ha trasportato?
Un carico di pretzels all'uranio patinato viola, pericolosamente allucinogeni e vietatissimi ovunque, com'è noto anche agli sperduti Efregiofrabi di Vinylurno, che mai nulla sanno. Ma Jack non aveva scelta, era al volante tenuto sotto tiro da una tripla ameba dissociata che minacciava di accoppiarsi a morte con lui. Cos'avreste fatto voi?

Nonostante i viaggi intergalattici, i buchi neri, i varchi spazio-temporali e le insidie di alieni sanguinari, la Stardelivery Inc., nel recapitare la merce, è più rapida di Poste Italiane?
Yes, cosa sono mai tali insidie in confronto alla tortuosa e inimmaginabile odissea in cui un paccocelere 3 può precipitare una volta lasciato l'ufficio PT?

Se ci fosse una Bibbia, nella lontana galassia di Kalamoonga, forse ci sarebbe scritto "E così Dio prese con sè Popeye e Joe Galaxy, li fuse nel suo termovalorizzatore, e dalle ceneri nacque un uomo di nome Tuxedo". Che cosa c'è, dietro alla creazione di Tuxedo Jack? Quali numi tutelari si nascondono nel suo pacco di sigari?
Oltre ai due da te citati, direi Sam Torpedo (il radiofumetto spaziale creato da Gaetano Cappa in passato in onda su Radio 3) e in piccola parte un sacco di altra roba assorbita da Urania, Frigidaire, Philip K. Dick, Russ Meyer, vecchi b-movies e fumettacci americani a un passo dall'immondizia ma a volte ricchi di spunti e trovate. Il nome "Tuxedo" viene dall'art-band Tuxedomoon, pertinenti con il personaggio quanto i broccoli con il cappuccino, ma da me sempre molto amati, alla cui luna (moon) ho tolto il frac (tuxedo) per metterlo a Jack.

Le avventure di Tuxedo Jack si svilupperanno sempre attorno alla gag, con fumetti brevi, o hai in mente delle nuove avventure ad ampio respiro?
L'ampiezza del respiro sarà in proporzione solo all'ampiezza di eventuali tuoi compensi nelle mie tasche. Prevedo quindi respiri MOLTO brevi ma intensi, con ritmo regolare, scanditi da colpi di gag, magari a puntate. Sperando non arrivi l'asma.

E a proposito: quali altre disavventure intergalattiche leggeremo, sul prossimo "Puck!"?
Quelle che mi verranno in mente, boys!

Una cosa mi ha sempre colpito del tuo lavoro: la predilezione per l'Assurdo. Il fumetto italiano, come il cinema italiano, oggi sforna pacchi di storie autobiografiche, di coppie in crisi, problemi adolescenziali, e autocommiserazioni d'autore che hanno trasformato il mezzo più in una seduta psicanalitica che in un puro intrattenimento. Le tue storie invece continuano a seguire altri binari: fantascienza, horror, parodie supereroistiche, storie ai confini della realtà. E dietro a tutto questo teatro dell'assurdo ci puoi leggere anche una lucida visione personale della società (come faceva Jacovitti), ma non sembra una cosa necessaria. Si ha quasi l'impressione che tu abbia voluto prendere nettamente le distanze dalla graphic novel autobiografica, che oggi va tanto di moda.
Come la vivi, questa situazione?
Nel ribadire la premessa fatta sopra posso aggiungere che sono una testa quadra piuttosto fiera e orgogliosa della strada che percorre. Che so essere zeppa di salite e contromano. L'assurdo e il grottesco non sono certo il pane quotidiano, specie in Italia, ma sono la mia sincera visione della realtà da quando sono bambino, e non posso che dargli voce e assecondarla su carta. Non sarò forse mai un'autore dal grande pubblico, ma non è un problema, molti degli artisti che ammiro non hanno mai scalato l'hit parade o vinto premi, ma erano strepitosi e irraggiungibili nella loro unicità. Loro sono il mio costante stimolo. L'autobiografismo in senso esplicito, come ho già detto altrove, è indubbiamente interessante ma è diventato una moda da anni, con tutte le rotture delle mode. C'è chi lo fa benissimo (pochi) e allora sinceri applausi. C'è chi lo fa solo per cavalcare il trend e si vede. E allora pollice verso. Per me Jacovitti, come Magnus o Micheluzzi, erano comunque autobiografici anche senza raccontarmi come facevano colazione la mattina. Come tutti anch'io cuocio uova al padellino, pago le bollette, adoro/maledico le donne e mi emoziono agli infuocati tramonti sul mare, ma in generale non sento tutto questo bisogno di raccontarlo al resto del mondo. Perlomeno non com'è nella realtà. Ho già a che fare ogni giorno con la realtà, la conosco. La raccontano già in trecentomila, e molti nello stesso modo. Io amo l'idea, l'invenzione, la creazione, l'artificio, la costruzione. E tramite esse mi stimola molto di più raccontare la MIA visione della realtà. Ma per il grande pubblico, specie per quello non abituato al linguaggio fumetto, non è così, e non sembra percepire molto (più?) questa "posizione creativa". E più un autore pare mettersi sotto il riflettore a parlar di sè e più viene ascoltato, probabilmente per un'immedesimazione/vicinanza/filo diretto immediato con chi legge. Poi c'è quest'odiosa legge non scritta per cui l'autobiografismo è una garanzia assoluta di serietà, profondità, poesia, maturità, dignità narrativa (ironia MAI). Tutte cose che il fumetto per me ha SEMPRE avuto senza aver bisogno di dotte certificazioni, di cui invece hanno MOLTO bisogno i non lettori abituali. Mica possono perder tempo in un fumetto al posto di un libro? "Se è un fumetto dev'essere il MASSIMO. Quindi GARANTITEMELO". E siamo daccapo. Oi Oi... Ma autobiografismo o no, il vero punto è questo: esistono solo bei fumetti e brutti fumetti. Con un pò di roba in mezzo. In altre parole: la QUALITA'. Quindi amici, va bene TUTTO. Raccontate pure delle vostre pustole o dei vostri viaggi cosmici, se riuscite a interessare qualcuno i vostri sforzi non saranno stati inutili. Se poi passeranno alla Storia, si vedrà. Intanto fateli. Alè.

Un'ultima domanda per le nostre calorose fans: dove cazzo si trova la galassia di Kalamoonga?
Da qualche parte in un crocevia dimensionale situato fra Kalamazoo e Cucamonga, due esistenti città americane appartenenti alla cosmogonia zappiana e dai nomi meravigliosamente stupidi.
...

Nel prossimo post finalmente PUCK! si mostrerà in tutta la sua nanesca carognaggine. Be here!