Tuesday, June 08, 2010

Il tUBUro nella gola profonda


Il Tuburo è il mio piccolo ma prelibato piatto offerto al volume Ricette Libertarie, ricco zibaldone culinario con ingredienti anarchici, patafisci e surreali, a cura di Rino De Michele per Edizioni La Fiaccola.
Chissà se Linda Lovelace l'ha mai assaggiato, fra le ben altre cose che passavano fra le sue labbra. All'attrice simbolo di Gola Profonda sta per essere dedicato un film che ne ricostruirà la (triste) storia. Tutte le sue vicissitudini su Linus di giugno.

8 comments:

fabri said...

ciao, scusa se vado off topic, ma stavo leggendo l'ultimo post di gipi e mi piacerebbe sentire il tuo parere sul dibattito che ha scatenato. magari qui non è il luogo più adatto per discorsi seriosi, ma insomma... tu che ne pensi?

Sergio Ponchione said...

Ciao fabri, premetto che io sono seriosissimo, il luogo è adattissimo per i discorsi seriosi e mi fa molto piacere che qualcuno li proponga.

Detto ciò, ho poco tempo causa una scadenza a inizio settimana, ho letto il post di Gipi piuttosto di corsa e senza badar troppo ai commenti, ma cercherò comunque di dirti presto.

stay tuned

Sergio Ponchione said...

Ecchime.

Per chi vuol sapere di cosa si parla, il post di Gipi è questo:

http://giannigipi.blogspot.com/2010/06/il-ritorno-del-male-non-ce-ne-alcun.html

e le sue opinioni mi trovano in gran parte assolutamente d'accordo.
Il (non)sistema dell'"invia e basta" e le altre prassi da lui descritte sono sempre esistite, e in una certa editoria poi è quasi il naturale modo di fare.
È giusto? È sbagliato? Semplicemente è così.
I soldi non fanno schifo a nessuno, ed essere pagati per quel che si fa è sempre cosa buona è giusta, ma questo lavoro(?) in primis marcia ad amore ed entusiasmo.
È così che funziona.
Non ci sono cazzi.
E ciò ti porta a un continuo duellare fra lavori pagati e altri no ma che ti soddisfano assai.
Una cosa bilancia l’altra e la compensa.
Poi tutto nel tempo torna utile, e un disegno fatto aggratis
ma comunque pubblicato può esser un buon biglietto per generare altri lavori.
Poi se la proposta e condizioni offerte non ti girano comunque ok, a volte basta un “no, grazie”, senza troppe pretese di cambiare un modus operandi di fatto immutabile. Come Gianni, anch’io non ho pensione, e dagli esordi bonelliani alle mie strade oblique il mio conto in banca ha preso una trend molto meno allegro, ma il sorriso della mia soddifazione personale è molto più smagliante.
Le paranoie per questo incerto non-sistema sono sempre in agguato, ma a conti fatti è proprio ques’incertezza che mi intrippa ad andare avanti.
La creatività è incerta, gente.
Il bello è questo.
Ti fa sentire libero.
Magari non ricco, ma libero e ricco dentro, che per me è mooooolto più importante.
Insomma anch’io sono un povero fesso che non ha capito nulla di come vanno le cose al mondo, in Italia poi non ne parliamo, ma orgoglioso della sua fessaggine più che mai.
Per me esprimersi sulla carta è il realizzare se stessi e la propria visione del mondo, che nessun portafoglio per quanto divaricato può mai eguagliare.
È un esigenza di vita, un bisogno come mangiare e dormire.
Non è obbligatorio averla, si possono fare anche solo lavori su "commissione" se ciò basta a renderti felice e ad ap-pagarti. Ognuno è fatto a modo suo e l'importante è fare quel che si vuole il più possibile e sentirsi il meno frustrati possibile.
Ma io la sento, e se non la soddisfo sto male.
In egual modo però mi interessa fare anche lavori “esterni”, di cui ho sempre il massimo rispetto, perché sono sempre una sfida per confrontarmi con cose che normalmente magari mai disegnerei, ed è un confronto che fa spesso crescere ed arricchire.
Poi, da buon zappiano (e anche Gianni lo è…) vedo in realtà tutto ciò che faccio come parte dello stesso “disegno universale” che ho in testa, in cui cerco di far rientrare anche i lavori esterni caratterizzandoli e curandoli a modo mio al meglio come i miei lavori da autore completo.
Ma qui sto già divagando, il tempo è poco, e a conferma di quanto detto torno al tavolo a finire una prova per un libro scolastico Mondadori che spero ben pagato, mentre penso ai miei prossimi parti obliqui che lo saranno molto meno. Ma va bene così.
Darci dentro, gente.
Sbattersi.
Sempre.
Questo è il punto, amici.
Non è per niente di moda, ma chi se ne fotte delle mode?

Spero d’averti soddisfatto almeno un po’, e grazie della domanda.

fabri said...

Grazie a te della risposta, mi interessava sentire il tuo parere sulla questione.
Sei stato anche troppo esauriente.
Da parte mia non sono riuscito a farmi un'opinione precisa...
Certo che 80 commenti al post in due giorni mi fanno pensare che un certo malumore ci sia, e che probabilmente non riguardi solo il fumetto ma più in generale tutti i lavori "artistici", che per qualche strana ragione vengono considerati meno "lavoro" di altri.

Roberto Ferrari said...

ciao Sergio

ci siamo conosciuti al NO FEST, sono l'amico di valentina...

in quest'ora improbabile sto dando uno sguardo ai tuoi blog,
gran bei lavori (come immaginavo), complimenti...

alla prox...
phc

Sergio Ponchione said...

Grazie phc, molto lieto d'averti conosciuto e delle chiacchiere fatte.
alla prox, intanto auguroni per i tuoi lavori e per la schiena ;)...

besegher said...

interessante discussione, sergio ti quoto al 100%.

detto questo: ma quanto è bravo il tuburo!!! lo voglio! ^__^

xxx
V.

Sergio Ponchione said...

Grazie Vale, son quasi sicuro che potresti trovarlo in qualche oscuro negozietto di primizie del Kreuzberg ;-)...
Ci sentiamo presto via mail!