Monday, January 21, 2008

Angoulème


Mentre impazzisco al computer con la bicromia per il secondo Grotesque mi preparo alla partenza per il festival di Angoulème, invitato da Vertige Graphic per battezzar l’uscita dell’edizione francese del primo. Chi si troverà da quelle parti potrà trovarmi venerdì 25 e sabato 26 nel padiglione editori Le Nouveau Monde in Place New York.
A bientòt.

13 comments:

Anonymous said...

Sono curiosa... raccontaci..
Come si prepara uno stanziale come te alla partenza?

smoky man said...
This comment has been removed by the author.
smoky man said...

passavo di qua caro ed eccoti... ritornato, peggio di uno zombie qualsiasi! :) buon viaggio in terra dei cugini d'oltralpe ;)

smok!

The Passenger said...

Ciao Sergio, sempre super prolifico....appena tornato da Angouleme vorrei chiamarti per sapere qualche dettaglio....ti ho linkato...un abbraccio e buon week end in terra francese!
C.

Anonymous said...

Per sudanese:
stressandosi con cura e metodo, ovviamente. Per me, abituato sin da piccolo a razzolare felice e appagato fra le mie quattro mura ogni partenza è sempre un più o meno sofferto e destabilizzante distacco, un’insinuosa generatrice di tensione che da giorni e giorni prima mi scimmia sulla spalla fino all’esatto momento dell’uscita di casa, per poi svaporare pressocchè nel nulla poco dopo, ormai lasciatomi andare in balia dello spostamento. Ogni volta mi do del fesso ma ogni volta it's the same old story, e tutti gli indubbi piaceri del viaggiare, vedere, conoscere mi appaiono opachi trofei in confronto allo sforzo che devo fare per staccare il cordone ombelicale dal mio regno. Naturalmente poi non è così, e al ritorno poi sono stracontento, arricchito e ossigenato dall’essermi mosso, ma ogni volta è una lotta. Ho fatto progressi negli anni, ma sarà sempre più o meno così. Carattere, ormai mi conosco. Però non mi lascio schiacciare: se devo/voglio andare VERAMENTE da qualche parte ci vado. Sono solo un pessimo turista, che se non ha una finalità o motivo sentito per muovere le chiappe non le muove. Ma questo vale solo per il viaggiare da solo, la compagnia cambia sempre le cose.
Cmq sono curioso, raccontaci, come si prepara una nomade come te alla stanzialità?

Grazie Smoky e Passenger, ci sentiamo al ritorno.

Anonymous said...

buon viaggio, mangia una choucroute e bevi un pastis anche per noi ancorati per le chiappe al posto di lavoro... :( :( :(

Gigi Cave said...

quest'anno ci sono anche io,,, ci incroceremo sicuro!

Anonymous said...

Puo’ anche darsi che “una nomade come me”, mai si debba preparare alla stanzialita’.

Se capitasse comunque lo farebbe sonnecchiando, prendendosi un po’ in giro e con la guardia abbassata, giustificando il disfare le valigie come un’epocale svolta nella vita che si sta per compiere e che pretende come sacrficio le mie ali inchiodate ad una tavola (perfino di fumetto…)
Potrebbe essere il famoso libro di cui parlavamo a natale…

Forse comunque non basterebbe, a rischio di scarnificare le mie piume nemmeno la tavola di fumetto, mi terrebbe ferma..

A propos… e’ caldo il pile/veste da camera?

Regards

Anonymous said...

Lascia perdere tavole e chiodi, i sacrifici tout court alla lunga si rivelano quasi sempre dannosi/inutili e le svolte epocali funzionano solo sui manifesti. Come diceva il rozzo marinaio guercione: "sono quel che sono è questo è tutto quel che sono", e alla fine è giusto così (ma al libro potresti lavorarci comunque...)

Il pile è APOM (Assolutamente Provvidenziale Ogni Mattina)

Abbrazzi

Anonymous said...

seguiro' i tuoi consigli, giuni.
MA hai messo la muscia incorporata tipo autoradio?
.. mmmmh... mi rallenti tutta la connessione vibrosatelittare..

mi sa che ti dovro' disertare per un po'

Anonymous said...

Prova scender a fondo pagina nella playlist e stoppa il brano, magari rallenta meno.

Intanto son tornato ieri sera. A presto aggiornamenti, specie sulla megacazzata fatta appena arrivato a Parì...

Unknown said...

si si raccontaci tutto

Anonymous said...

Oh marcuzzo, ad Angulèm ti pensatti, ma tu dov'etti?