Tuesday, February 05, 2008

Chroniques d'Angoulème pt.2


Ok, della borsa abbiamo detto.
Diciamo ora che la mia seconda Angoulème è stata moooolto migliore della prima, four years ago. Andarci da autore pubblicato en france è ben altra cosa che farsi un semplice giro in anonimato, magari ancora in estenuante ricerca di lavoro. Merito innanzitutto di Bérengère Orieux, squisita editor di Vertige Graphic che dal momento in cui ci siamo stretti la mano al saluto di partenza ha fatto di tutto per mettermi a mio agio e promuovere il miei lavori. Merci beaucoup.

I lettori francesi, dal ragazzino al pensionato, passano e sfogliano, interessati e discreti. Comprano fumetti come bagette, ma in Francia è normale. Lo speaker mi annuncia presente allo stand grippando spesso sul mio cognome, inventando ogni volte nuove pronuncie. Mentre disegno faccio un’intervista in inglese con Fnac TV che posterei anche, se solo si decidessero a metterla in rete. Temo di non capire bene le domande ma poi va tutto liscio, anzi quasi mi applaudo per la flemma. Poi ripenso alla borsa sul treno e mi deprimo.


Ogni tanto faccio due passi per sgranchirmi le gambe, e quando ritorno allo stand vedo una leggenda vivente seduto a dedicare i suo libri vicino al MIO posto. Guardo Bérengère sgranando gli occhi: “But… that’s Gilbert Shelton!”.“Yeah, that’s him” mi dice sorniona. Emozionato, mi siedo piccino picciò vicino al creatore dei Freak Brothers, insieme a Robert Crumb tra i più celebri autori underground di sempre. Dopo i rituali complimenti si parlotta e in cambio di un Homoblicus mi guadagno una sua dedica, che ancora in protratta esaltazione vi posto pure. Alè.



Angoulème la vedo poco e di corsa. Rue Hergè, ricca di negozi e banchetti brulica tutto il giorno di gente a zonzo per il festival sotto al sole. In un’attimo di pausa l’attraverso avantindietro un po’ di volte alla ricerca di spazzolino, dentifricio, calze e mutande (il perché lo sapete). Le Galeries Lafayette mi forniscono tutto e di più. Ma non per la mia solita tossetta asmatica, che in Italia placo solo col Bentelàn (pure quello sul treno). En France non ce l’hanno, o meglio sì ma scopro si chiama Celestène e ci metto quasi mezz’ora a convincere la farmacista a darmelo senza prescrizia medica. Anf.

La sera tardi, dopo il ritrovo con altri autori e addetti al festival nel foyer dell’Hotel Mercure, così zeppo da non potersi muovere, torniamo alla nostra casetta francese affittata nella periferia di Angoulème. Non c’è assolutamente nessuno. Camminiamo spediti per circa un quarto d’ora in mezzo a labirintiche casette ordinate e pulite, quasi tutte con finestre sbarrate o spente. Non un segno di vita all’interno, non un rumore. In giro solo umidità che rende opaca la luce dei lampioni. Un’atmosfera irreale, un set perfetto per un film della Hammer. Faccio notare la cosa a Bérengère, che mi dice che sono tutte vuote, occupate solo d’estate e sfitte il resto dell’anno. Mi guardo intorno e annuisco, ma naturalmente so che NON sono vuote, Dio solo sa cosa succede fra quelle mura. Qualcosa succede sempre. Provo a immaginarlo mente avanzo e mi vengono interessanti spunti che chissà mai se ricorderò.

Potrei poi raccontarvi di fans urlanti e di autografi su parti intime femminili, ma sarebbero tutte balle, perciò me ne torno alla mia impaziente bicromia grottesca.

Titoli di coda: grazie a Diego e Anna per l’ospitalià torinese alla partenza; Manuele, Tota e Volker per quella parigina al ritorno e ovviamente saluti alle facce nuove e non, tra cui Matteo Stagnola, Fabrice, Giusti, Matt Broersma, Rash e Tamada, Cailleaux e Willem (che mi dicono avermi elogiato nella sua seguita rubrica su Libèration due anni fa, quando uscì l'Homoblicus)...

J’adore la BD!

2 comments:

smoky man said...

azz, il Gilberto hai trovato!

ammirato e ingelosito
di Sardegna ti Saluto
smok!

The Passenger said...

mi dispiace ancora per la tua valigia..ma che invidia e che bello essere autore ad Angouleme!
Chri